Piuttosto lasciate che vi trombi Miss Ucraina, piuttosto che pensare che queste scarpe possano durare…
Quante paia di Cinquantaquattro ho posseduto e quanto invalido sono
In totale ho posseduto 3 paia e anche il mio amico Honza ne ha acquistato un paio. Ogni paio è stato comprato in un paese diverso e indossato da persone diverse, indipendentemente l’uno dall’altro. Si trattava, come indicato, di una „designer“ maschile di DOLOMITE. In entrambi i casi, non sono mai state usate in montagna, ma solo per camminate urbane (come scarpe da passeggio, che non riuscirete a reclamare con successo perché vi diranno che sono state utilizzate oltre i limiti previsti).
Il mio amico è autotrasportatore e ama stare al volante (sia di un’auto personale che di un camion), ed è anche un ragazzo vanitoso (come mi piace chiamarlo un „modaiolo„). Lui adora tutto ciò che è di design (vestiti, scarpe, tutto). Io, d’altro canto, sono più un provinciale e turista cittadino con le ragazze lungo il fiume Elba 😀 e lì, in realtà, non si consumano le suole, ma, supponendo che recitiate correttamente un sonetto di Petrarca sotto un betulla, potreste consumare qualcos’altro…
Forse l’azienda potrebbe donare le rimanenti scorte a un’associazione di invalidi.
Mi ricorda un po‘ la situazione di un altro mio amico, un noto commerciante di cappelli e accessori di moda, che una volta mi ha chiesto di vendere le sue „rimanenze di magazzino„, circa 5 milioni di cappelli e guanti rimasti in deposito. Aveva ordinato 20 milioni di pezzi dalla Cina per abbassare il prezzo di vendita e riuscire così a eliminare la concorrenza.
Quelle rimanenze giacciono da oltre 10 anni in un magazzino e nessuno sa cosa farne (e probabilmente ci sono ancora oggi!). Ma qui, invece, si vendono scarpe nuove, che dopo sei mesi di utilizzo, anche il cliente non saprà cosa farne. Forse donarle a un club di pescatori, oppure aprire un proprio museo di artefatti d’alta montagna, un’idea che mi è venuta subito in mente. Non invano, da bambino e sano, mi chiamavano „piccola guida alpina del Cumul
Dolorismo a 15 litri Queste scarpe sono così dure in cima che sembra che piacessero altrettanto dure alla suddetta segretaria… Ma credi davvero di farcela a tenerle allacciate fino in alto… senza calze? Meglio ti fai una lobotomia, e sarai comunque più intelligente… piuttosto che vivere con scarpe così dolorose, come dimostra la foto qui sopra. A meno che tu non voglia finire come un altro tipo di ritardato, cioè un teenager con scarpe da diabetico – così chiamava le scarpe da skater una mia amica di Praga, che di professione faceva tutt’altro: era assistente di volo. Senza calze, neanche a pensarci: queste scarpe ti faranno male fino a sanguinare. Qui te le presentano, italiane e seducenti, senza calze, come fosse la cosa più naturale del mondo, come se fosse un segno di stile. Ma se non vuoi finire come un teenager con scarpe da diabetico (così le chiamava la mia amica), dimenticatelo! Perché queste scarpe le paghi care, e poi dovrai „aggiustarle“, modificarle. Vuoi davvero comprare scarpe per 5mila e poi ritrovarti a doverle sistemare da solo, pur sapendo che sei maldestro con le mani? Queste scarpe ti distruggeranno: sono per chi vede delle scarpe da trekking fighe e vuole farsi vedere dalla fidanzata modella come un tipo avventuroso. Ma la verità è che tornerai a casa con vesciche e ferite da farti curare dalla mamma. E queste scarpe si romperanno presto, quindi indossale solo in passerella e non più di 10 volte. Che tu le compri in Italia, in Polonia su qualche e-store famoso, o attraverso un sito web di truffe in Repubblica Ceca, la qualità sarà la stessa: si distruggeranno in breve tempo. Prima ci entrerà l’acqua e poi si consumeranno le suole. Esperienza con 3 paia di scarpe acquistate: tutte finite allo stesso modo, come diciamo qui al nord: scarpe „da schifo“ (o da „figa“ se vuoi un termine volgare). Se vuoi farti il figo con le scarpe Dolomite e fare il gradasso, comprane almeno tre paia, ma preparati a spendere come se ne avessi comprate quattro per tutte le riparazioni! In italiano si dice „figa“, ovvero „fica“. Due paia di „figa“, ciao belli!